Louis Kahn e il Monumentalismo: approfondimento

Louis Kahn è stato un architetto statunitense, di origini ebraiche, formatosi in Pennsylvania ed in particolare all’interno della prestigiosa Yale University, presso la quale lavorò anche.

Louis Kahn fu da sempre ispirato dal concetto di monumentalità degli edifici classici, così come dalle rovine greche e romane. La sua architettura si concretizzò di conseguenza in edifici dalle solenni forme euclidee caratterizzate da una simmetria monolitica, come testimoniano il Salk Institute o l’edificio del Parlamento bengalese a Dacca.

Storia dell’Architettura: Louis Kahn e il suo Monumentalismo evocativo

Il senso dello storicismo ricercato da Louis Kahn è legato alla vocazione monumentale.

L’interesse verso l’imponenza del muro e la forza della materia che lo compone lo rese un unicum lontano dai suoi contemporanei dell’epoca, come i funzionalisti che esprimevano leggerezza, trasparenza, movimento e bandirono termini come robustezza e forza, sinonimi di pesantezza e passato.

Le caratteristiche di serialità e monumentalità contraddistinguono le opere di Kahn, concretizzandosi in edifici dalle solenni forme euclidee.

Una specie di ritorno al “primitivo”, con un rinnovato interesse per le piramidi, per i dolmen, per le colonne dei templi greci, per le opere romane. Per il passato.

Louis Kahn non cercava l’originalità o l’impiego di nuovi materiali, bensì cercava di esprimere la pesantezza come pura legge della natura, usandola per modulare lo spazio e la luce attraverso una struttura perenne.

Sia le costruzioni a padiglione che delimitano il cortile del Salk Institute, che il ritmo della First Unitarian Church and School che la simmetria monolitica del parlamento di Dacca, contribuiscono a conferire agli edifici di Kahn maggiore spiritualità.

Il genio di Kahn rappresenta un’autentica rarità nella teoria e pratica dell’architettura.

La sua visione sulla storia dell’architettura viene espressa al meglio nel suo saggio del 1944 “Monumentality”, all’interno del quale Kahn illustra gli ideali che avrebbe conseguito trent’anni dopo:

«Non voglio dire che la monumentalità si possa ottenere scientificamente o che l’opera di un architetto renda il suo sommo servizio all’umanità nel momento in cui conduce un concetto verso la monumentalità. Semplicemente difendo, perché lo ammiro, l’architetto che possiede la volontà di crescere con le molte angolazioni del nostro sviluppo. Perché un uomo del genere si trova molto più avanti dei suoi colleghi.»

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